Ascolto solenne di crepitii d’universo nell’egemonia che lascia trapelare enfasi di dolcezza Linee muschiate ammorbidiscono una miscellanea sonora toccante infiniti margini di femminilità Nella freschezza di lino d’avorio si leniscono perturbazioni d’un sottovoce adirato mutando enigmi trafelati in un divario di morbida scioltezza resa solenne dal plasmare creature germinanti la loro impronta nel tempo @Silvia De Angelis
Come sbiaditi lapislazzuli messi da parte in un cassetto rabbuiato farneticano grigi giorni sul gioco di manifestazioni alla ricerca di scorciatoie che inducano la mente a un voltarsi obliquo fuori dal tempo difficile. Gestualità convesse e sillabe parafrasate a mezza bocca in quel menù non sempre digeribile ove sogni a mezz’aria ampliano sfondi macchiati d’opaco e la voce abbassata nel retrovia è alla ricerca d’un canto intonato velato d’un nocciolo di nostalgia…. @Silvia De Angelis
Nel fermo di mani inerti sancisce emotività l’intrusione d’un volto estraneo. Ipotesi e scie di luce reclamano presupposti visibili e invisibili oltre ogni confine del profondo. Un vociare in caduta libera accentua il sentore d’una mossa attraverso sconosciute traiettorie in cui perdere il senno forse per effetto d’un’illusione nella disfatta d’un ignoto lontano cui ricorre la memoria per riappropriarsi a forza del rovescio d’uno smacco…. @Silvia De Angelis
Si modifica il senso della misura nel modello che ha avvicinato consoni respiri d’amore in un tempo di voce breve. Spazi complici in sospensione su stupori sempre nuovi fin nel minuscolo dei pori. Nella banalità di giorni a venire si svelano paludose assonanze mentre si fa scuro del tutto fuori e l’immobilità del grigio nel cavo della mano fa decadere quel poco che tace…. @Silvia De Angelis
Tenace si di furibonda nube prima d’esplodere. Come falange dirigersi su farsa contaminata da abbagli e squarci nel frenetico assillo d’evoluzioni uncinate. Strappato lo stallo iniziale un transito scalpita esaltando buona ragione su fibre di giorni dismessi dalla svista d’un incastro controluce… @Silvia De Angelis
Ingobbite rette e cerchi discontinui soppesano la saggezza dell’omero in un artificioso transito al di fuori della normalità. Si concatenano presupposti di grande portata riferiti a improvvisi eventi intinti in scorie profonde. E in quel primitivo nubifragio oltre un senso d’ossigeno leggero opposto al pensiero nasce inaspettata un’escalation di vita nuova sul davanzale di ciclamini sbocciati nel volteggio d’aria divenuta sole… @Silvia De Angelis
Nella piazza silenziosa l’ascolto di supremazie diviene lingua sconosciuta. Giochi riusciti d’essenze a intermittenza nel buio solidale ad aritmie di sculture del passato. Picchiettano su membrana della memoria in quel girone mai dimenticato scorie sfiancate e manuali fuori uso. Nel binomio sconcertante osano rumori di ferraglia nella mente artificiosa nel deciduo d’un tono che sappia ancora di calda umanità… @Silvia De Angelis
Acustiche discordanti nel cielo asservito a effimeri contrappesi del pensiero. Cadono in un sibilo retrò nelle vene scaldate da un luccichio metallico infranto a corolle ispide di fiori controluce. Calpestano l’idea originaria divenuta agrodolce nella diversità connessa a menù della mente destinati a incontrarsi forse in una scena a soggetto unico… @Silvia De Angelis
Da farci scorrere le dita . Incontrarsi in un giorno di sole, quando la luce inonda e il silenzio riveste di senso sguardi stupiti da tanta Bellezza, carezza di nuovi orizzonti. Incontrarsi in un giorno di pioggia, quando delle gocce respiri il profumo e quelle nuvole bianche, poi, da farci scorrere le dita. . di Emma Di Stefano, qui: https://www.facebook.com/emma.d.stefano?comment_id=Y29tbWVudDoxMDIyODMxNDM3MDk5NzA3N18xMzAzNDU1NTQwMzI2MDIy
Ottavo marzo mentre le rose sono per lei, l’uomo si prende un momento nella forza di essere padre, fratello, amico, tutti vulnerabili. Egli resta, non contemplando il giudizio, ma la parola data; senza clamore le sue mani raccontano fatica. Stare al mondo è per lui come essere falco, nel cielo vasto, a volare, con ali forti e collaudate. Giusto adesso, cammina sul marciapiede, fa la strada di casa e trova i suoi profumi nella pioggia; sa che essere uomo è un viaggio, nel ventre della notte. Trova appoggio sui pilastri di granito. Ha un’ombra che custodisce con pudore, come fa la luna. Nel profondo
di Fausto Torre, qui: . * . Non c’è l’eco . Non c’è eco di quell’andare vissuto insulso disperso tra aride foglie senza scalpore di fruscio Spinge la disamina ad affievolire quel rimasuglio sterile di voce alla ricerca d’un qualsiasi appiglio per intonare note di rosso che non siano distorte da un’illusione sull’asfalto . di Silvia De Angelis, qui: https://blog.libero.it/Setoseallegorie/16748911.html . * . Il tempo del ritorno . Svicola l’inesatta vita in silenzi interrotti da clessidre seminate nei mesi sfuggiti alle stagioni nelle rocce scoscese in vertigini di scogliere le tracce del destino smarriscono le date su cui posare i passi si confondono nei tornanti gli arbusti disposti ai lati di un sentiero la tua ombra promette un ricongiungimento mi dirai ti dirò sarebbe stato sarà ancora ci trattiene la nostalgia misura in devozione il tempo del ritorno. . di Mauro Contini, qui: https://www.facebook.com/mauro.contini1 . * . Certe domeniche mia nonna tuonava rosari ché mi vedeva troppo magra Santa Maria Delle Grazie custodiscila tu diceva Un po’ t’assomiglio dove ancora prego piano per assonanza Olio di lavanda quando va tutto bene Certe domeniche il pane era la comunione che m’obbligavi Se avessi ancora una madre vivrei raccontandole come mi si chiude ancora lo stomaco quando non la trovo. . di Anna Maria Scopa, qui: https://www.facebook.com/annawrite79 . * . L’albero . Sono solo quest’aria che respiro pura e bestiale come un quadro mai dipinto mi arrampico per cadere, cado per arrampicarmi su quest’albero immenso che qualcuno partorì. Le strade sono anguille, foglie di carta le città, l’uomo è scomparso in una scatola eppure qualcosa sotto corteccia qualcuno risponde, perde lacrimeatomi, si allenano vite accartocciate, onde troppo alte, se questo salire fosse sprofondare, divorare? Incido le iniziali sulle rughe di bimbo nel silenzio violento di un padre impagliato anche per oggi ho ucciso abbastanza . di Gianpaolo G. Mastropasqua, qui: https://www.facebook.com/profile.php?id=1320590214 . * . Arrivederci . Quando cammini, lasciandomi alla porta mi piace soffermarmi a guardare la tua schiena. Il vento la precede, fa la locomotiva. Si piegano le foglie dell’oleandro e un coro, si leva come d’erba bagnata. Poi ti volti, e sembra che la bocca mi dica qualche cosa. Qualcosa di pensato, lontana per capire. Ma basta a far lo spago tra noi a far saluto, un certo: Arrivederci – nell’aria che io amo. Perché in quel breve tempo di mezzo farò cose, rivolterò la stanza e la laverò per bene. Sentirai giugno e le rose, anche se è inverno. . di Massimo Botturi, qui: ARRIVEDERCI | massimobotturi (wordpress.com) . * . Cioccolata calda . Bere, sto bevendo e berrò ancora, per tenere dentro ciò che non deve uscire il caldo della tazza, arriva fino a me, anche il tuo gelo, il tuo tenermi in un angolo, di un cuore spaccato, il tuo cuore nero, il tuo cuore vero, è vuoto, è duro, è ghiacciato, solca le mie mani mentre bevo cioccolata calda in inverno, cacao amaro, amore dolce, sei lì, così vicino, e non riesco a toccarti, la tazza calda mi dà la dolcezza che tieni per te. . di Grazia Palmisano, qui: Cioccolata calda – Occhio Sul Naso (wordpress.com) .
Pescare nell’onda lunga del pensiero prestigiatore senza trucchi d’un volo a braccia spalancate al confine d’un miraggio vedo non vedo.. Occhi e mente consapevoli si muovono nel sogno di mele rosse sparse gioiose nella stanza come un tempo infante che riaffiora dicendo si a una voce raddolcita sottofondo. Un’insolita nebbia piena di coraggio cambia scena poggiandosi sul volto e fra miliardi di possibilità lascia intravedere me con le ali…. @Silvia De Angelis
Solfeggi fuori riga nella declinazione d’un’armonia giornaliera arrampicata sul declino d’una supremazia disallineata. Stiramento del braccio per riuscire ad accaparrare i rari benefici presenti in regia prima che le fauci del buio gestiscano il cortometraggio notturno privo di divieti e scarne ossature che compromettano i titoli di copertina dell’alba @Silvia De Angelis
Mosse lievi e pacate a strapiombo su chete acque. Minuscola sagoma è appaiata all’eco d’un battito. Il suo unisono è una vocazione dolcissima a un manto di sole che non tramonta mai. Vibra con delicatezza si di lusinga ad acquietare tremolii d’un cielo ancora ignoto. Colori trasparenti in fondo e intorno sono l’inizio d’un’invenzione intessuta nelle iridi bagnate ove l’enigma della vita fa tacere il suono del silenzio… @Silvia De Angelis
Espressione esprimibile sull’overture di parole cangianti come sbadigli o irruente ideologie. Occhi e bocca in un sotterfugio d’uniformità calcano l’etichetta forse rimarcando il senso non comune d’una frase irriverente. Spalancata a un’imperfezione plateale nasce urlando a crepapelle intaccando il nesso d’una dizione saggia vincente nella sua imperturbabile sazietà.. @Silvia De Angelis
Postura dolente nel precipizio di sgarbi riflessi nel condominio d’umori discostati dal codice emotivo. Sorsi mal riposti nella bocca arsa divengono sentenze silenziose prive d’assoluzione. S’amplia la misura del distacco ove ermetiche vertigini plagiano penombre ondulate a cui asservire manciate di solitudine nello sciabordio di palmi adirati. @Silvia De Angelis
Giorni squadrati di noia pulviscolo che addensa l’aria condensandola in un malanno penetrante nella presenza scaduta in assenza. Ricerca d’una mitica intuizione che scavalchi ciocche indolenti nel riflesso del mogano inghiottito dalla semioscurità della sera. S’arruffa il pensiero su scarti di cabala ove distillare aromi d’una meritata rivelazione in cui trangugiare la sincronia esaltante d’un istante luce immediata…. @Silvia De Angelis
Distanze proiettate al margine d’un conversare ove sensi doppi sdoppiano vie di comunicazione forse aliene. Si tergiversa su distanti poli alla ricerca d’un pensiero affine che riporti percorrenza di parole su suolo ammorbidito. Un sorriso a mezza bocca illumina occhi in un contesto preso in affitto su una nuvola che poi unisce…anche se la cattedrale ritorna al credo d’origine consona d’un messaggio che non tradisce mai.. @Silvia De Angelis
Fuori dall’assonanza
d’una costellazione natale
mormorano loro
d’astrusa lingua.
Oscure scansioni
smorzano l’impeto
d’una remota galassia
esternando masticate analogie
nell’impatto visivo
d’un’arcana realtà.
S’evolve tra alba e tramonto
dietro il tocco accecante di luna
dedita creare una pastosa simbiosi
intessuta sul rito fra creature del cosmo.
@Silvia De Angelis
Evocazione essenziale di voce
nel cantico espansivo del sole.
S’apre così
un estuario di vita
unito al profumo di viole
nella dissolvenza d’alba sul viso.
Un rituale metodico nel respiro leggero
al di fuori di ceste d’incensi
e pensieri incupiti.
Vaga ora la scelta
per additare nuovi sguardi
oltre ciglia indecise e sinuosi fianchi
che intinti nel tepore di mani
disegnino amene geografie
senza vincoli
sull’agile chiaroveggenza del domani.
@Silvia De Angelis
Intagli di frementi carezze
nella luce circolare
d’un incontro fugace.
L’apice della scala a chiocciola
impiglia la veste discinta
nel labiale anticipo
d’una muschiata sincronia a due
disvelante nell’accisa
d’un ritaglio di vento
sul varco emancipato che sfida l’amore
@Silvia De Angelis
Impregnati di niente i pensieri
allineano il baricentro d’un pressappoco
raffermo su un soffio di vento
nelle parole velate.
Saggi di mare schiuso
conchiudono un eterno
imprigionato in misure di solitudine
masticata a forza in quell’attendere
un che di misterioso
riflesso in un diverso luogo da cercare.
Ma forse è lì dentro me la strada breve
regia d’un canto di primavera
e chissà… muovendo di più le mani
riuscirò ad abbracciarla…..
@Silvia De Angelis
Ringrazio l’autore Flavio Almerighi per avermi inserito in questa intensa rosa d’autori.
Posted on dicembre 11, 2023
Oltre la piazza
.
Si fa spessore
flebile la linea invisibile
e poi corposa
nello sguardo accresciuto.
Anche i suoni
nella movenza d’un’accesa vertigine
creano un’eco decisa e vibrante
sul ritmo interiore
accorto d’una rinata sensitività.
Spirali cromatiche
girano inversamente
nell’accesso a colori d’arcobaleno
pregnati di nuovi destini.
Cadono antichi rimorsi
finzioni passate
nel vanto d’una sconfinata distanza
oltre la piazza logora dello scindibile
.
@Silvia De Angelis, qui:
https://deangelisilvia.blogspot.com/
.
*
.
Frastagliata la costa della Normandia,
il mare ti soffiava pensieri lontani
tanto che dimenticasti Sartre sulla spiaggia.
Guardammo il faro, altare alla solitudine,
e vedemmo i sogni di Virginia Woolf.
Scapigliati dai venti che ci sollevavano dalle colpe
scoprimmo la ricchezza dell’inciviltà.
Mentre l’Horzain fumò tutta la tua sigaretta
prendesti tra le mani una mia ciocca di capelli
e giurasti che tra noi sarebbe finita presto,
capisti fin da subito che la perfezione
col tempo, si fa anodina perversione.
Mi togliesti il cappello e lo lanciasti in aria,
tracciasti il suo percorso con il dito
mi prendesti la mano e mi portasti
esattamente nella direzione opposta.
.
di Harte Mysia, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=61550685701232
.
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Tane
.
In quella storia vivevano
insieme, la loro casa
confinando con spazi scozzesi
prendeva tinte incongrue
appena prima dei temporali.
Nel buio di rovesci scroscianti
sostenevano l’utilità delle carinerie
notando che – l’elemento acqueo che isola
largo oltre le finestre
rammollendo la terra attorno
rende pace alle viole
lava i topini
netta melme insane
allunga la vita a chi intreccia
senza porre scadenza
pensieri grandi in piccole tane
opponendo al vento tè in tazze fumanti.
.
di Monica Santi, qui:
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*
.
Cortile Felice lo chiude una casa
di un rosa slavato.
Le finestre murate alla luce,
dai balconi un fiore sporge
da un vaso.
In mostra i fori nei muri
battuti dal vento rinchiuso.
Ma il fiato che bussa alle porte
lo fa senza amore
e senza pretese.
Un vendesi oscilla sbilenco
appena appuntato
a un chiodo arrugginito.
Solo i gatti sui gradini
ignorano tempo e rovine.
.
di Monica Barbera, qui:
https://www.facebook.com/monica.barbera.50767
.
*
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Non c’è più tempo
.
Non c’è più tempo!
Non c’è più tempo?
Come un pendolo,
Oscillare ritmato,
Da un punto all’altro,
Dalla tristezza,
Alla speranza,
Dalla disillusione,
Ai sogni,
Avanti e indietro,
Come ipnotizzato,
Inconsapevole,
Che nel frattempo,
Il tempo passa.
.
di Daniele Colleoni, qui:
.
*
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se lasci ricordati
di spegnere la luce
alle finestre in attesa dei lampi
dei guizzi dei pesci
dei tuoni innamorati
.
di Maurizio Manzo, qui:
https://www.facebook.com/maurizio61manzo
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*
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Lumi di cobalto
.
(L’arte dimenticata di morire)
.
Un lembo di pelle
sotto la lente impassibile dell’ago.
Complice un soffio d’etere
snatura anche la voce
sommersa da lumi di cobalto.
Impara, perché sa,
l’arte dimenticata di morire.
Tu intanto dialoghi con l’ombra
della tua stessa lingua e guardi
i tuoi occhi attoniti guardare
legando alle dita
l’impulso irrefrenabile di un grido.
Altrove
la scintilla d’oro del mattino
regala al giorno
improbabili topografie d’amore.
.
di Francesco Marotta, qui:
.
*
.
Nulla so del mio bene:
il cane di giorno governa le pecore
di notte latra accuse alla luna
.
di Claudio Istante, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100078241308205
.
**************
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Astrazione favorita del mattino
nell’irrequieto fiore
di liofilizzate essenze
vacanti in quel giaciglio ancora caldo.
Ruggisce fuori
il giorno acrobata
sospeso su tessere appaiate
a dismisura e fuori misura
trafugate a una discarica
di grovigli insormontabili.
Lievita
il profondo
irreali e zampillanti metafisiche
da calibrare in un abito a doppio petto
idoneo all’indosso
in un dì eccellente….
@Silvia De Angelis
Sfaccettature quasi invisibili nella duttilità del giorno che accade. Avallano la caduta libera d’un pensiero soggiogato al ciondolare d’una bandana. Srotolata dentro un sollievo incontenibile di mare nella schiuma d’un amore mentitore e fascinoso nel monologo indorato di parole finte ben aggiustate con un altrove di miele… @Silvia De Angelis
Sotterfugi fondati in memoria
nelle somiglianze vibranti all’unisono
alla deriva nei giorni della vita veloce.
L’origine del manto
che scaldava i sorrisi
sembra dissolto nell’apnea severa
d’un gelido inverno
ove ciocchi di legno non leniscono
la smania di calore.
Non c’è caleidoscopio
negli sguardi ammutoliti
alla ricerca di carezze di libellula
ma solo parole forgiate di creta e seta
in quel non detto
che sa molto di più….
@Silvia De Angelis
Assottigliata
la demarcazione
d’una cortina lontana
mani intessute di capogiri inventati
dal fato opposto
sfondano gli argini d’un diga diafana.
Simulano un contatto d’amore
ritrovato nella novella sfrontata
condensando il collante di sguardi
avidi di sogni
nella voce svuotata di tonalità…
@Silvia De Angelis
Stasi del pensiero privo di schermaglie
che lascino adito a un selenico copione
nell’ormeggio d’un vuoto
colmo di pienezza.
Non s’arrendono mescolanze di idee
impigliate nel filo spinato della mente
restia redigere nuove impronte digitali
che smuovano il digrignare di polpastrelli.
Fermi sul piano svuotato della memoria
rincorrono quesiti irrisolti nel tempo
scivolati sotto il sofà in attesa
d’un riverbero di luce…
@Silvia De Angelis
Argille inedite
da rimodellare
nei sotterranei angolosi
di tortuose gincane.
Veggenza sfumata
e pressappoco di ricordi
spalancano intermittenti suoni
di lievi brume
sull’argine d’un pensiero
calmierato dal volteggio di parole.
Imperturbabili
sui vicoli d’un libero asfalto
sgretolano l’essenza di cronache
incise su romantico vinile
per uno scialle poetico
che emani luce d’angoli caldi.
@Silvia De Angelis
Ringrazio l'autore Flavio Almerighi, per avermi inserito in questa rosa d'autori domenicale
Posted on novembre 12, 2023
Questo numero del Domenicale è dedicato alla cara memoria di Grazia Denaro
.
Pioggia Battente
.
Carichi di pioggia
nell’esiguità del pensiero all’alba.
Ancora coinvolto nella rimozione
di film notturni
opacizza l’entità di cementi inzuppati
in cui intravedere memorie di buio
che riaffiorano scomposte.
Gocce battenti su scogli lontani
rimodellano forme d’onde
cui sfugge l’andare d’una chiglia
in attesa di frantumi d’azzurro
sul mitigare d’ogni flutto.
Si scolpiscono inediti orizzonti
oltre la voragine d’una nube
che diventi volatile e fugace
nell’inciampo d’un sole zelante.
.
di Silvia De Angelis, qui:
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*
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Covata
.
Dall’intensità scaturiscono
mondi .
Da una presenza
l’ascolto del
discorso.
Di un sole e di una luna,
di velo e di candelabro,
il cuore si meraviglia.
Attraverso l’enigma,
il tempo cambia,
l’orologio si attiva.
Da una fioritura
l’anima si stupisce,
conosce se stessa.
.
di Béatrice, qui:
.
*
.
(Una gonna di cielo in trasparenza)
.
Di tutti i luoghi un non luogo
vicinissimo allo schivare certezza
una carezza di vino a sera
una gonna di cielo in trasparenza
indizio di candela svaporato in cera
Il prodigio dell’impostura
quando cura è malattia
è la disinvoltura della parola
nel suo ligio vestire il senso
che nudo vorrebbe stare
Nella bugia rimarginare il danno
sarà un baratto di tenerezza
riunire acqua e fuoco senza inganno
un quieto andare
come fascine al rogo.
.
di Romina Capo, qui:
per chi voglia scaricare gratuitamente l’e-book da cui il frammento è tratto, basta seguire questo link:
.
*
.
Un pezzo di mondo
.
Una mano getta bombe disordinate,
l’altra invia aiuti,
cibo, medicine.
Un ventricolo di cuore soffre,
l’altro divora odio.
Un pezzo di mondo non vuole vedere, sentire.
e un altro ci muore, sotto quel caos esplosivo.
Qualcuno urla l’orrore,
altri credono di scriverlo,
ma tutti, poi,
ci si addormenta di notte buia.
Che arrivi una nuova alba,
a cancellare tutto
lasciando mondo e lavagna intonsa.
Ma non la decideremo noi.
.
di Franco Battaglia, qui:
https://francobattaglia.blogspot.com/2023/11/un-pezzo-di-mondo.html
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*
.
Forse mi sveglierà
.
Forse mi sveglierà, smagrita e sola,
irta di fiori rupestri di spazi
alienamente belli, in cui già vola
l’essenza sgombra di pesanti dazi.
Entro la notte, a un crocevia la suola
mi precipiterà nei verdi, sazi
canti — la sua magnifica parola
brillerà in occhi vivi di topazi.
Voto all’assurdo il destino più oscuro
senza sapere cosa voglia dire
né l’anima né l’ovvio, senza un senso
a scaldarmi la fiamma dell’immenso
respiro imprigionato in ceppi — spire
di non essere, presente e futuro.
.
di Irene Rapelli, qui:
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*
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Resta la roccia, dopo la frana
il greto dei sogni, passata la piena
l’acqua del carso, in fondo alla sete
il tempo del cuore, che l’occhio non vede.
.
di Vanni La Guardia, qui:
https://www.facebook.com/vanni.laguardia
.
*
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A volte la notte mi sveglio all’improvviso,
di soprassalto, come se qualcuno mi toccasse,
poi dopo un po’ – ogni volta ci vuole più tempo –
mi corre sulla pelle una strana sensazione,
come di una mano che scivoli via,
una carezza breve nel buio.
Che sia stata la morte a passarmi vicino,
quasi a toccarmi, che sia stata proprio lei a venire?…
mi chiedo e intanto fisso una strana luce,
un riverbero lieve,
o che siano stati i miei morti a venire
questa notte a trovarmi?
non lo so, forse qualcuno per farsi riconoscere
nelle ombre, qualcuno che nascosto
cerca di dirmi parole che non sento,
solo un sussurro lieve, leggero,
come di chi attende da tanto tempo.
.
Ogni notte, lo so, vengono a trovarmi,
mi fissano da dietro le cortine,
mi ascoltano il respiro, li sfioro senza riconoscerli,
mi aspettano. E sento ancora dalla strada
quel fischio, lontano, come di campana nel vento.
.
di Bruno Bartoletti (da “Una remota stazione”, 2023), qui:
https://www.facebook.com/bruno.bartoletti.7
.
*
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Macerie – Solitudine
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Si fidanza con me il buio del cielo
per farmi nero principe di questi corpi sventrati
Si fidanza con me
che sono vedovo e sposo
vedovo dell’uomo
sposo di questa terra mercificata massificata
tirata per un lembo da ogni popolo
.
Si fidanza con me l’urlo ferrigno del tuono
e la scure del nubifragio
per rendermi sordo
allo sperma esplosivo delle bombe
per farmi cane solitario su cumuli di rovine
.
Come è in cielo così è in terra …
Dacci oggi il nostro male quotidiano …
.
di Emilio Capaccio, qui:
https://www.facebook.com/lalanternadeipoeti
.
***************
Pubblicato in Il Domenicale di amArgine | Contrassegnato gioielli rubati |
Malanni logoranti
nel binario attonito
allo scambio malcelato.
Sfiancate esortazioni decadono
sull’effimero “non nulla”
scivolando nella sconfitta omologata.
Dall’omero in agguato
si scagliano detriti “coprispalle”
alla mercè d’un parapiglia
avverso il predestinato
cavia innocua e benpensante
a pugni serrati e senza scampo…
@Silvia De Angelis
Carichi di pioggia
nell’esiguità del pensiero all’alba.
Ancora coinvolto nella rimozione
di film notturni
opacizza l’entità di cementi inzuppati
in cui intravedere memorie di buio
che riaffiorano scomposte.
Gocce battenti su scogli lontani
rimodellano forme d’onde
cui sfugge l’andare d’una chiglia
in attesa di frantumi d’azzurro
sul mitigare d’ogni flutto.
Si scolpiscono inediti orizzonti
oltre la voragine d’una nube
che diventi volatile e fugace
nell’inciampo d’un sole zelante.
@Silvia De Angelis
Luminarie soggiogate da suoni
che sfondano il mutismo di carne
e respiro.
Un diametro incolto
nel quale raccogliere rumori atavici
imperfetti e grossolani
restii all’evoluzione di passi nuovi.
Consolidati e retrogradi agiscono
sul mugghiare d’una luna ruggente
ferma sull’incavo d’un’eclisse
del giorno addietro.
Ispessiscono trame di dubbia sorte
in cui intravedere l’inadeguato
porsi a raddolcite aperture e
l’affidamento a intermezzi
maldestri in cui prevalere…
@Silvia De Angelis
Sfocati dintorni
nella supremazia d’autunno
ove ascoltare
il segaligno solfeggio
di caduche foglie
intransigenti a una rinascita.
Si sfogliano sibili di memorie
in cui osservare il nomadismo
di giorni andati fra caciare
e nitidi silenzi.
Nel divieto di transiti oscuri
la volta del passo s’addentra
in un manto sconnesso
cercando di quantificare
fra trasognati sbocci d’erica
l’ebbrezza d’un gesto spensierato…
@Silvia De Angelis
E’ invisibile la patina
sulla mediocrità dei giorni
ma su strati di stagioni
coniuga irriverenti sofferenze
che scolpiscono stretti nodi.
Indolenze e pressanti oscurità
con forte vocio
ammiccano sull’aritmia del respiro
minando la gestualità del pensiero
restio sanare pezzi di vita
senza far rumore.
Ma nel rumore di schiume di mare
trovare il nesso che schiuda labbra
in un non detto
fugace
quasi eterno….
@Silvia De Angelis
Progredisco nel volto assorto.
Soliloquio a bocca chiusa
nell’inerzia di affiori lontani
germinati
da un concreto emblema di nostalgia.
Conche e passaggi fuggitivi
indugi ideali
mossi tra silenzi parole e ironie.
Impalpabilità dell’istante
resa esistenziale d’ un sussurro flebile
scivolato su un connubio improprio
sospeso lieve
a un fortunale arcano…
@Silvia De Angelis
Rigore della sera
nel buio che lascia trapelare
una luce asintomatica
lontana dal contrappeso del dì.
Allegoria d’un chiaroscuro
mentre bacchetta
sulla sagoma d’un profilo
tramutandolo in diversa foggia
nello stupore dello sguardo
imbalsamato di magia.
Paure intrufolate nel profondo
ammiccano bisbigli di vita nuova
al sapore di chicchi d’uva dolce
dentro un autunno insolito
imbrigliato nella regia
di sbocci inaspettati.
@Silvia De Angelis
Fuggente presidio di parole
su ciocche rinverdite
da scorie sfiancate.
Nasce una genesi
trasfusa di parole
alitante sull’orma
d’un alito cosmico.
Scampanii d’assorta emotività
crescono in verticale
plagiando il senso del reale
relegato in un anfratto senza luce.
Frammenti d’ortiche
lasciano decadere le spine
nella nascita di sbocci
dal cromatismo ricercato
sul fianco rimodellato
a ingegni di nuova luce.
@Silvia De Angelis
Pagaia in un mare
al sapore d’inganni
un involucro a più facce..
S’inarca negli anfratti del pensiero
consono d’un risvolto
che si volti indietro
per stupire e frastornare l’ombra
eclissata in un tarlo di muro
sull’andirivieni del buio
in attesa di diventare luna…
@Silvia De Angelis
Ringrazio l'autore Flavio Almerighi per avermi inserito in questa notevole rosa d'autori.
Riflessioni
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Perché chiamiamo cieli la distanza?
Dove vanno i nostri sguardi quando sogniamo?
Perché non voliamo mai con le armi?
Dove sono quelle ali della nostra infanzia?
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Ricordo le piume e la loro eleganza
Ma ci amano solo se le regaliamo;
Le ho strappate subito, per farne dei mazzi di fiori
e le ho donate agli dei dell’abbondanza.
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Senza piume l’anima vaga sulla terra
come un uccello senza ali che cerca un nido;
quale forza sovrana muove e scaccia
quella grazia che si spezza quando nasce?
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La libertà del bambino è già in guerra
e l’airone con le sue ali dove sarà andato?
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di Julie Sopetràn, qui:
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Già la luce blu della notte
sta svanendo. Al suo posto
inizia a bruciare il giorno che inizia:
chiarore che si espande lentamente
fino a spaventare le ombre. Io mi sveglio
come l’alba, ed esco nel mondo
pronto a un altro giorno. Mentre guardo
come si diffonde il sole in città,
Vado a incontrare la mia voce e scrivo
dopo aver lasciato testimonianza di quest’aurora
che mi regala un giorno in più la vita.
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di Antonio del Camino Gil, qui:
https://www.facebook.com/antonio.delcaminogil
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Nota catartica
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Mancano silenzi
quando le grida piangono
e la solitudine accompagna
il fiato, così aumenta il ritmo.
Io qui, osservo
crogiolandomi nel verde
ho aperto il vaso
ho cominciato
a distinguere l’azzurro,
la notte non mi fa paura
e il giorno chiarisce
perché il dubbio esaurisce.
E sia.
Libertà di fiorire.
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di Chiara Marinoni, qui:
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Dialogo con me stesso
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Un uovo blu
è il cielo sui miei nervi
Tenuto in bilico
dal soffio
delle nuvole
rosse al tramonto
Sospeso
alla verticale
di chi mi innamoro
in silenzio
Mentre passano i giorni
contando all’indietro
dalla tua placida
assenza
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di Paolo Chinca, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=100009629223258
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Limite del tempo
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E quando sfugge ai tuoi polpacci
quella manciata d’ebbrezza
solita dar senso
alle inclinazioni celate nelle tasche
sembra ammutolirsi
il fiato del respiro ultimo
disagiato rincorrere
l’entità di tempo
minuscola come lo stoppino
consumato da quell’arder denso
impietoso d’una miscela lacerante.
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di Silvia De Angelis, qui:
https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=68949&Tabella=Poesia&fbclid=IwAR16O6nrkL9ieb5mH87WPNciJL46PKks0cluM0tr9FLzKn0dBFtHpoY-8hU
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La caduta di un angelo
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Guarda l’universo dal tuo piedistallo
Alto
irraggiungibile
ha fatto poco degli altri
con arroganza scandalosa
povera gente!
Così piccola e insignificante
Sembrava forte e potente
da inghiottire il mondo
con avidità e orgoglio
era certo che nessuno
lo avrebbe rimosso dal suo piedistallo
Fino al giorno…
Quando la Terra decise di ruotare i poli
E cambiò giro verso continenti e oceani capovolti
I mortali toccarono il cielo
e hanno giocato con le stelle
Che dire dell’onnipotente che affermava di essere Dio?
Caduto dalla cima della luna
compromesso dalla gravità
Chissà non sia stato rimettere ognuno al suo posto.
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di Filipa Moreira Da Cruz, qui:
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Settembre
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E’ sopraggiunto settembre
all’improvviso
con passi silenti di gatto
Non ero pronta né l’ho udito arrivare
e mi ha colta alle spalle
facendomi sobbalzare
Divengono distanti
le fresche gioie della primavera
e dell’estate le torride passioni
Tutto ora è smorzato
anche il raggio di sole che gioca sul ciglio
più non ferisce la vista
ma resta sospeso
simile allo sguardo del tempo
Allora, perché non riesco a gioire?
Com’è giunto all’improvviso
il settembre della mia vita
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di Luisa Zambrotta, qui:
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La farfalla
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Quanto tempo l’ho guardata e
le ho parlato amichevolmente –
con una discesa padronale
ad un essere privilegiato.
E quando palpitò allegramente
la fiducia nelle sue ali e si posò sulla mia mano,
gemetti di terrore e ho fatto centro istintivamente
con un palmo, come se scorresse sangue.
“Che cosa è la memoria! “, stavo pensando.
E la farfalla ha sbattuto le ali, l’ho sentita dire:
“Che cosa è un essere umano! “
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di Ekaterina Grigorova, qui:
https://www.facebook.com/profile.php?id=653647909
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